Il bilancio di genere del CNR: analisi critica e possibili utilizzi

Abstract

Negli ultimi decenni, la Commissione Europea ha esortato a superare le differenze di genere nella ricerca e nell’innovazione per fermare la leaking pipeline e rompere il glass ceiling and la glass door. Mentre la pratica del bilancio di genere è ormai abbastanza diffusa, i piani per la parità di genere si stanno consolidando come criterio di ammissibilità per i bandi di HorizonEurope e per i numerosi progetti europei che ne supportano la definizione e l’attuazione. Tra questi, il progetto H2020 MINDtheGEPs supporta i GEP in sette partner attraverso un approccio basato sui dati per adattare le misure alle esigenze di ciascuna organizzazione. Pertanto, per il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è stata raccolta una grande quantità di informazioni, sia in termini quantitativi che qualitativi, riguardanti il personale e le politiche e il seguito del lavoro svolto con il primo Bilancio di Genere nel 2021. Questo lavoro evidenzia il percorso del CNR verso una maggiore uguaglianza di genere analizzando, in una prospettiva di mainstreaming, il livello del processo decisionale, il reclutamento (ad es. borse di studio) e la progressione di carriera del personale, l’equilibrio tra lavoro e vita privata e il lavoro di ricerca secondo il framework del progetto MINDtheGEPs. Questo studio rappresenta un’occasione per valutare il dato amministrativo, evidenziandone le potenzialità attuali e soprattutto future, sottolineando come, sebbene siano stati apportati molti miglioramenti, i limiti nella raccolta e nell’organizzazione dei dati non consentono di affrontare le differenze di genere negli aspetti meno rilevanti dei lavoratori in un ente pubblico di ricerca. Infatti, è proprio nei processi interni e nella cultura organizzativa che risiedono le resistenze e gli ostacoli più forti alla parità di genere. È sempre più urgente affrontare la questione studiando e indagando le disparità tra le sfumature dell’organizzazione.